Thema - Varie pubblicazioni sul tema "Stella dell'Occidente" bunker
Punlikationen - L'Arena di Verona e Corriere del Veneto e Comune Affi
[01] 26.01.2007 - L'Arena di Verona - "Siamo entrati nel Monte Moscal alla base segreta"
[02] 26.01.2007 - L'Arena di Verona - "Siamo entrati nel Monte Moscal alla base segreta" / sinngemäße Übersetzung
[03] 06.02.2010 - L'Arena di Verona - "Ex base «West Star» ad Affi: per salvarla 300 mila eur" [04] 16.03.2010 - L'Arena di Verona - "C'è il via libera del ministro per il museo nell'ex base Nato" [05] 09.04.2010 - Corriere del Veneto - "Nelle viscere dell’ex base Nato «Un museo della guerra mancata»" [07] 10.12.2010 - L'Arena di Verona - "La base Nato al monte Moscal era un obiettivo per i terroristi" [08] 07.04.2011 - L'Arena di Verona - "Non si pensi di usarel'ex base di Affi per stoccare scorie nucleari" [09] 06.08.2011 - L'Arena di Verona - "Un centro ricerca sull`energia alternativa nell`ex bunker" [10] 31.01.2016 - L`Arena di Verona - "Nelle viscere del monte Moscal la base a prova di bomba H" [11] 07.02.2016 - L`Arena di Verona - "Il sindaco vuole l’ex base Nato «La chiediamo a costo zero»" [12] 03.02.2016 - ReportGarda.com - "West Star, la Stella d’occidente si sta spegnendo: lo Stato ~ " [13] 10.03.2016 - L`Arena di Verona - "Ora il caso «West Star» finisce in Parlamento"[14] 17.03.2016 - L`Arena di Verona - "Ex base Nato in vendita Il Comune ci scommette" [15] 08.02.2016 - ReportGarda.com - "Nel 2013 ci fu un’esplosione nel bunker antiatomico di Affi, ora ~" [18] 22.04.2016 - Report Garda.com - "Un documentario di un’ora del regista Quattrina sulla storia dell’ex base ~" [20] 07.12.2016 - L'Arena di Verona - "Ex base, battaglia in Consiglio «È folle acquisire West Star»" [22] 02.04.2017 - L'Arena di Verona - "West Star, il bunker che doveva salvare la Ftase" [24] 03.05.2017 - L'Arena di Verona - "I segreti di West Star per centinaia di curiosi"
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[01] Publikationen - Bunker "West Star" - 26.01.2007
Thema - "Siamo entrati nel Monte Moscal alla base segreta"
Autor - L'Arena di Verona
Quelle - L'Arena di Verona
ULR - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 26.01.2007
"Siamo entrati nel Monte Moscal alla base segreta, un trenino elettrico ci porta lungo 5000metri di tunnel.Si aprono in serie le doppie porte blindate.
Il più grande bunker militare d'Italia x superficie, la base della NATO scavata nella roccia sotto il monte Moscal ad Affi, non ha più segreti. L'"Arena" ha ottenuto per la prima volta e in esclusiva di poter visitare il sito, rimasto <<top secret>> per 40 anni: il permesso straordinario ci è giunto dal capo di stato maggiore dell'Allied Joint Force Command Naples, Giuseppe Marani, generale di squadra aerea.
E' la prima volta che la stampa può constatare direttamente cosa si nasconde sotto il monte, facendosi aprire ogni porta ed esplorando i lunghissimi corridoi. Per decenni la segretezza della base ha generato leggende di ogni tipo: chi diceva che la cima del monte nascondeva un'apertura per il lancio di missili, chi fantasticava di armi segrete.
Non ci sono e non ci sono mai state armi nucleari nella base del Monte Moscal, che ora è in via di smantellamento perchè untro fine anno la Nato la restituirà all'Italia>>. Lo assicura Gerardo DE Meo tenente colonnello che comanda il distaccamento militare responsabile della base ( Sdnei, distaccamento di supporto dell'Italia del Nord Orinetale). Il colonnello ci guida con i suoi collaboratori nelle stanze finora inaccessibili. Oltrepassiamo il cancello nel bosco, l'unica cosa in vista della base: è l'entrata Alfa. Passato il controllo d'identità da parte dei jmilitari, si apre anche per noi il secondo portone, che ci immette in una lunga gallleria. <<Il tunnel collega le due entrate principali>>, spiega il vicecomandante Salvatore Merico, tenente colonello, che ci fa da cicerone.
Si sale sul trenino: elettrico, perchè nessun veioclo a scoppio può circolare nella base sotterranea, gli scarichi immetterebbero sostanze inquinanti nel sistema di aereazione interna.
Sotto il pavimento ci sono tutte le linee dei servizi: corrente elettrica ad alta tensione, fognature, acqua e telefono. Nella galleria si trova anche l'accesso all' uscita di emergenza; una chiusura ermetica è pronta a scattare per bloccare l'entrata di aria dall'esterno in caso di attacco nucleare. Possono essere isolate così tutte le bocche di aerazione collegate all'impianto di ventilazione.
Tutto, qui sotto il monte Moscal, è stato costruito in modo da resistere ad un'attacco nucleare e pe far sopravvivere i militari alla contaminazione radioattiva che sarebbe seguita all'esplosione. La base è stata costruita ai tempi della guerra fredda, la contrapposizioni in armi tra Alleanza Atlantica e Blocco Comunista.
L'impianto doveva servire da comando in caso di attacco nucleare, chimico o batteriologico>>, spiega il maggiore Gianmaro Cavallo, comandante del reparto carabinieri responsabile per la sicurezza, <<per dare rifugio sicuro al comando operativo congiunto nello scacchiere Nord-Orientale italiano, che normalmente aveva sede a verona>>. In caso di emergenza, tutto lo stato maggiore si sarebbe trasferito qui.
Il comando-bunker del monte Moscal per decenni è stato sede di esercitazioni congiunte di tutte le forze Nato terrestri, aere e navali.
Continuiamo la visita, guidati dai militari. Oltrepassato il tunnel di accesso, iniziano le varie sezioni del bunker vero e proprio, ognuna suddivisa per classi di sicurezza; chi aveva il permesso per l'accesso piu basso non poteva accedere al più alto, la <<classe 1>>. Sembra di rivedere un film di 007: ogni livello si apre con doppia porta blindata, in gallerie e ambienti scavati nella roccia, con spessi muri di cemento armato, fatti per resistere a qualsiasi attacco.
Oggi gli impianti appaiono datati, con macchine di vecchia generazione, ma i concetti di difesa e soppravvivenza rimangono gli stessi dell'attuale tecnica militare, all'incirca quelli che si usano nei sommergibili. Tutta la base a un sistema di ventilazione in sovrapressione: la pressione atmosferica interna, cioè, è leggermente superiore a quella dell'esterno.
Il bunker doveva garantire sopravvievenza per 15 giorni a 400 persone. Ci sono 4 enormi vasche per la riserva d'acqua, cpaci di contenere 120mila litri. Il sito è diviso in zona logistica, zona uffici e uscite. Molte stanze hanno doppia funzione: ufficio e dormitorio. Ci sono sale insonorizzate e isolate da interferenze radio. La sal principale è quella del breefing, il luogo per i consulti tra i comandanti. Vengono ancora una volta alla mente le scene viste in tanti film grandi mappe appese tutto intorno e in alto orologi che segnavano l'ora delle varie capitali del mondo. Segue la sala operativa, il cuore del centro di comando.
Il bunker ha un'altezza di circa 12m ed è suddiviso in 2 piani>>, spega Luigi Macchioni, supervisore del personale civile adetto alla manutenzione, <<solo nella sala comandi i piani sono 3. Nella zona logistica si trova, fra l'altro, il quadro comando per l'apertura e chiusura delle porte automatiche e delle prese d'aria. Ogni impianto è alimentato con doppi motori, per garantire continuità di funzionamento anche in caso di guasto. non c'è ricircolo d'aria, perchè l'aspirazione ed espulsione sono a presa diretta; il riciclo entrava in funzione in caso di chiusura esterna.
Ecco un vecchio contatore geiger, lo strumento per la misura della radioattività. Tutte le apparecchiature sono montate su sistemi galleggianti e sopsesi, in modo da rimanere in funzione anche in caso di bombardamenteo o di terremoto.
Una sala contiene diversi vecchi motori marini, usati come generatori di corrente elettrica. <<Imotori furono realizzati dalla ditta tedesca Deutz>> spiega il colonello De Meo. <<Alcuni sono da ormai considerare reperti rari, tanto che sono esposti anche al museo industriale di Berlino>>.
Vi sono ancora i trasformatori di corrente, <<ma invece>>, spiegano le guide militari << abbiamo portato via le bombole di ossigeno, ce n'erano molte>>.
E' stato un viaggio in un mondo sotterraneo, attrezzato per la soppravvivenza all'ecatombe nucleare, e un viaggio nel tempo, tornando all'epoca in cui si temeva la guerra totale, un incubo che tenne con il fiato sospeso tutta l'umanità.
Il viaggio è finito, il mistero del monte Moscal è svelato. Usciamo alsole
Alcuni dati
-West Star (nome in codice militare Stella d'Occidente): La base di Affi, scavata nella roccia sotto i 427m del monte Moscal, ha il nome in codice West Star della Nato. Sarà restitui ta all'Italia entro fine anno insimeme alle sue pertinenze.
- Luglio 1966 (in piena guerra fredda arrivano i militari): la base viene pianificata negli anni 1958-1960. la costruzione è completata nel 1966 ed è consegnata il 6 luglio di quell'anno al comando Ftase (Forze terrestri alleate sud europa). La base è rimasta sotto la responsabilità di questo comando fino al settembre 1999, passando poi sotto al Cais (Comando alleato interforze sud), sempre dislocato a Verona, sino al suo soglimento, avvenuto il 1 luglio 2004. Dal 2004 ad oggi le base è stata sotto custodia del Jfcnp (Allied Jointo Force Command Naples), con manutenzione affidata allo Sdnei (Support Detachment North East Italy) di verona. in 41 anni la base è sempre stata utilizzata come posto comando protetto, con centro trasmissoni strategico.
-Novembre 2004 (ultima esercitazione con il comando aereo): La base è stata sede di esercitazioni combinate Nato, svolte insieme alla quinta Ataf(Comando Forze aeree tattiche alleate) di Vicenza, scioltasi nel 1993; l'ultima esercitazione è stat fatta nel novembre 2004. Il sit è idoneo per resistere ad esplosioni nucleari ed attacchi chimici e batteriologici. E? dotato di protezioni elettromagnetiche (emp) per le comunicazioni.
-un cittadellà (c'è posto per 500 addetti con mensa e palestra). la base puo ospitare da 150 a 500 persone, ha mensa, dormitorio, infermeria, bar, sala tv e palestra. Operava 24 ore su 24, con turni di 12 ore: colazione alle 6, pranzo alle 12, cena alle 18 e alle 24.
-tunnel su 2 piani (Tutti gli spazi districuiti su pianta a forma di 8): nella base operano 30-40 militari addetti alle trasmissioni e una trentina di civili, tecnici specializzati, addetti alla manutenzione degli impianti logistici. I tunnel sotterranei nel monte sono disposti a forma di 8, su 2 piani, più in tunnel per gli impianti tecnologici.
-2 entrete ed eliporto(tunnel per 5000m e 4000m di uffici): la base ha una superfice di 13000m quadri, di cui 4000m per operazioni, 4000m per supporto logistico e 5000m per tunnel e aree di ingresso. Le entrate sono 3, 2 principali, denominate Alfa e Beta e una di emergenza. Sul monte c'è la zona atteraggio elicotteri e ad Albarè il parcheggio auto.
Quale futuro
Se l'esercito si ritira si pensa gia a vendere
La base West Star di Affi come sue pertinenze anche l'eliporto sul Monet moscal, il parcheggio di Albarè, la palazzina aqquedotto di Cavaion. c'è infine il bunker di San Michele a Cavaion, in una vasta aerea sopra il monte omonimo.
é un centro trasmissioni radio che rimarrà d'interesse Nato e quindi non sarà restituito All'Italia come altre pertinenze del sito.
Le spese di gestione per WS nel 2006 sono state di 220mila € per energia elettrica, 21mila per pulizie, 19mila per rifiuti solidi urbani, 3500 per acquedotto, 750 di parcheggio esterno, 1000 per derattizzazione, 3000 di controllo aria. poco meno di 270mila € all'anno in totale, da aggiungere ai quali ci sono anke i costi di personale.
Lescadenze sul destino della base, prevedono la restituzione dalla Nato allo stato maggiore della difesa italiano entro fine anno, con passaggio di consegna dallo Sdnei, il distaccamento della Nato con sede a Verona che finora ha curato la base, al Quinto reparto infrastrutture di Verona(reparti del Genio militare). Se l'esercito non fosse interessato alla gestione del sito, il passaggio successivo potrebbe anche essere l'affidamento ad altri corpi militari. Comunque, anche se la difesa rinunciasse al sito, la proprietà resterebbe la demanio dello Stato.
Gli scenari che si aprono per il riutilizzo della base vanno dall'uso militare, che a questo punto sembra improbabile, alla sua conversione a scopi civili: polo scentifico per esperimenti e ricerca; area addestrativa alla protezione civile; attrazione turistica con museo della guerra fredda(un'idea del comune di Affi) o parco divertimento...
ci si puo sbizzarrire fino alle ipotesi piu disparate: discoteca, fungaia, cantina vinicola o per stagionare i formaggi...*
*giusto riutilizzarla evitando cosi di costruire altrove ma discoteche cantine no di certo per favore si smonterebbe un pezzo di storia...e stesso parco divertimento ne abbiamo 3-4 sul lago in piu ne faranno uno vicino al circuito ke verrà costruito nella bassa veronese..invece laboratorio ricerca o meglio ancora museo della guerra fredda ok ke farebbe conoscere e ricordare la base e cosa è avvenuto..." [01]
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[02] Publikationen - Bunker "West Star" - 26.01.2007Thema - "Siamo entrati nel Monte Moscal alla base segreta" / sinngemäße Übersetzung
Autor - L'Arena di Verona
Quelle - L'Arena di Verona
ULR - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 26.01.2007
"Wir betraten im Monte Moscal die geheime Basis "- deutsche Übersetzung
Seit Jahrzehnten gibt es viele Legenden um die militärische Basis im Monte Moscal 427 üNN.Einige sagen,dass sich in der Spitze des Berges Abschusseinrichtungen für Raketen mit nuklearen Sprengköpfen befinden. Diese, oder andere Raketen, hat es hier auf dem Gelände niemals gegeben. Der West Star Bunker (WS) war die strategische transmissions operative Kommando Zentrale der NATO Streitkräfte zu Lande - zu Luft und der Seestreitkräfte.
Durch den Eingang "Beta" (Entrata rosso),an der Via Cà del Bosco,wird der Bunker durch zwei circa,zehn Zentimeter massive elektrisch betriebene Doppeltüren betreten.Nach der Personen und Identitätskontrolle öffnet sich im Zugangstunnel eine zweite elektrisch betriebene Doppeltür,durch die,eine lange Gallerie - eine Verbindung zu dem anderen Eingang "Alfa" (Entrata verde)an der Via Sottomoscal, betreten wird.Die Steuerung dieser Doppeltüren erfolgt von der Leitwarte Logistik aus.Zwischen den Doppeltüren befinden sich die für die Dekontamierung erforderlichen Anlagen die wie alle anderen System in redudanter Ausführung vorhanden waren.
Ein elektrischer Zug mit zwei Wagen führt durch das 5000 Meter lange Tunnelsystem. - Ein Wagen des elektrischen Zuges ist auf dem linken Bild dargestellt. - Unter dem Tunnelsystem - der Gallerie - befinden sich sämtliche Versorgungsleitungen,wie z.B Hochspannungsleitungen - Kanalisation - Wasser und Telekommunikationskabel.Von dieser Gallerie aus,führt auch der Aufstieg zu dem Notausgang "Emergency Exit".Die gesamte Liegenschaft hat eine luft-dichte Abschottung,um im Falle eines nuklearen Angriffes - atomar - chemisch oder bakteriologisch - das eindringen der Aussenluft zu verhindern.
Das Konzept der Druckhaltesysteme ist, das der Atmosphärendruck innen im Bunker geringfügig höher ist,als ausserhalb der militärischen Liegenschaft.
Die Raumluft wurde kontinuirlich von "schwimmend" gelagerten Geigerzählern überprüft oder rep.mit mobilen Geräten.Das Bild zeigt einen von der Industrie modifizierten Nuclear Sensor welche in dem Aussenbereich verteilt angebracht waren.
Jenseits des Zugangstunnels,beginnen dann die verschiedenen Abschnitte der Bunkeranlage.Diese sind jeweils in Klassen der Sicherheitsanforderung unterteilt und haben eine Länge von 4000 Meter.Jeder Bereich beginnt mit einer gepanzerten Doppeltür,durch diese,Personen mit entsprechendem Ausweis betreten werden können.Für die militärische Betreibung der Einrichtungen waren im Normalfall 40 militärische Personen eingesetzt,für die Instandhaltung und der Logistik waren 30 Zivilisten zuständig.Das Personal arbeite im 24 Stunden Betrieb, wobei jede Schicht 12 Stunden dauerte.Die Konzeption der Tunnelanlagen ergabe die Form einer acht.
Der West Star Bunker konnte im Kriegsfall bis zu 500 Personen für mindestens vier Monate sicher unterbringen.Es waren vier grosse Wasser Vorratsbehälter vorhanden und eine 120.000 Liter Tankanlage für Dieselkraftstoff.Die Power Zentrale enthält mehrere Notstromaggregate - Schiffsaggregate - der deutschen Firma Deutz.
Die zwölf Meter Hohe Bunkeranlage war in zwei Ebenen unterteilt,in Bereich Logistik und Bürobereich,wobei viele Räumlichkeiten Doppelfunktionen hatten.Sie wurden als Bürobereich und Schlafbereich genutzt, und waren schallisoliert und gegen elektromagnetische Funkeinstrahlungen (EMP) geschützt.Die angeschlossenen Badezimmer sind mit hochwertigen Marmor ausgestattet. Es waren verschiedene Räume wie z.B eine Cafeteria , Fitnessstudio, Fernsehraum, Bar Krankenstation und einen Sozial Bereich für die Mannschaften und ein Casino für die Offiziere vorhanden.Frühstück gab es um 6:00 Uhr Mittagessen um 12:00 Uhr und Abendessen zwischen 18:00 Uhr und 24:00 Uhr.In den Räumlichkeiten hängen noch heute die Zeitpläne der beiden Friseure aus,auf der Inventarliste im Sozial Bereich befinden sich die Auflistung der Bestecke,die nicht mehr vorhanden sind.Bilder mit surrealen Landschaften hängen noch an den betonarmirten Wänden.
In der Kommandozentrale "Operating Room" des West Star Bunkers sind noch die Gebietskarten der Staaten des Warschauer Paktes und der NATO Länder an den Wänden sichtbar.
Die Gemeinkosten,ohne Personalkosten betrugen für das Jahr 2006 ca. 270.000 Euro, detailliert:
Strom 220.00 Euro - Reinigung 21.000 Euro - Abfallbeseitigung 19.000 Euro - Wasser 3.500 Euro - Parkplätze 750,00 Euro - Ungeziefer Bekämpfung 1000,00 Euro - Sicherheit 3000,00 Euro. [02]
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[03] Publikationen - Bunker "West Star" - 06.02.2010
Thema - "Ex base "West Star" ad Affi: per salvarla 300 mila euro"
Autor - Annamaria Schiano
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 06.02.2010
"Ex base «West Star» ad Affi: per salvarla 300 mila euro
I FINANZIAMENTI DELLA REGIONE. Il bilancio prevede un intervento di valorizzazione dell'ex baluardo antisovietico
L'assessore Giorgetti: «Io sogno un museo sulla guerra fredda» Il sindaco: «Ottima iniziativa ma chiedo che il Moscal sia visitabile»
Un trenino elettrico consente gli spostamenti all’interno dei tunnel della base «West Star»
Affi. La Regione interviene per salvare la ex base Nato di Affi. Il Consiglio regionale, nel corso dell'approvazione del bilancio conclusasi alle sei del mattino di ieri, ha accolto l'emendamento presentato dagli assessori Massimo Giorgetti e Marialuisa Coppola, con cui si stanziano 100mila euro per gli anni 2010, 2011 e 2012, (in totale dunque 300 mila), per «la valorizzazione turistica culturale del rifugio anti-atomico denominato West Star di Affi». Ovvero: «La giunta regionale è autorizzata a stipulare una convenzione col ministero della Difesa per un progetto di valorizzazione del sito».
Il mistero sul destino della base Nato, che ebbe un ruolo strategico nello scacchiere mondiale negli anni della contrapposizione fra i due blocchi, Unione Sovietica e Alleanza Atlantica, comincia a dissolversi. Dopo la cessione nel 2007 della base al ministero della Difesa italiano, poichè la Nato ne aveva deciso la dismissione in quanto non più di interesse strategico per le forze alleate, il futuro della base era, da due anni, avvolto da una nebbia di incertezze, tanto che voci inistenti e allarmanti, parlavano di un possibile utilizzo da parte dello Stato italiano per lo stoccaggio di scorie nucleari, considerato che il sito è stato un rifugio antiatomico.
L'assessore Giorgetti quindi ha preso a cuore la questione ed è intervenuto a sostegno con il provvedimento. Spiega: «È il primo passo per un percorso di valorizzazione turistico, storico e museale del sito. La Regione interviene prendendo tempo e mettendo una "fiche" sul tavolo per avviare un rapporto con il Ministero della Difesa. Siamo entrati in campo, perché non possiamo permettere che i limiti del bilancio della Difesa portino alla chiusura della base, patrimonio che non può andare disperso».
«Presto», precisa Giorgetti, «convocherò i sindaci della zona, per intavolare un ragionamento condiviso sul destino della base. Ne parlerò a breve anche con il ministro La Russa, poiché credo che anche il ministero sia interessato al ritorno che potrà offrire "West Star". Il mio sogno», continua l'assessore, «è che si possa realizzare un museo sulla guerra fredda, che ha diviso l'Europa per 50 anni con il rischio di una guerra nucleare. Il museo sarebbe un volano straordinario di sviluppo turistico-culturale, con una capacità attrattiva da tutta l'Europa. Credo che chiunque a Verona sarebbe disposto a pagare 10 euro per visitare l'ex rifugio antiatomico, per anni diretto sotto terra dagli americani».
«È un'operazione quella attivata per prevenire anche usi "impropri" del sito, che non porterebbero nulla al territorio. Contatterò presto anche il generale Novelli del comando Comfoter, sperando di trovare un "alleato" in questa partita», conclude Giorgetti.
Anche il sindaco di Affi, Roberto Bonometti si dice felice della notizia, dopo che per due anni aveva cercato riscontri sul destino della base scavata nella «pancia» del monte Moscal e che per metà secolo ha sovrastato il paese. «Mi fa piacere l'iniziativa di Giorgetti e la ritengo molto positiva. Così abbiamo il tempo di prendere in mano la situazione. Cercheremo di creare un tavolo per studiare un utilizzo possibile della base. Siamo aperti a tutto ciò che abbia un carattere turistico-culturale. Intanto continuerò a chiedere che per un anno o due, il sito possa essere visitato dai cittadini di Affi e dalle tantissime persone che ne hanno già fatto richiesta anche da paesi e città vicine»." [2]
Annamaria Schiano" [03]
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[04] Publikationen - Bunker "West Star" - 16.03.2010
Thema - "C'è il via libera del ministro per il museo nell'ex base Nato"
Autor - Annamaria Schiano
Quelle - L'Arena di Verona
ULR - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 16.03.2010
"C'è il via libera del ministro per il museo nell'ex base Nato
AFFI. Una visita sancisce, dopo gli stanziamenti regionali dell’assessore Giorgetti, la riconversione della struttura. La Russa: «Dedicato alla guerra mancata che poteva distruggere il nostro mondo». I sindaci: «Un valore turistico di rilievo»
Nei corridoi blindati della «West Star» destinata a diventare museo della «guerra mancata»
Affi. Tanta storia ha avuto nel passato e altrettanta potrebbe averne nel futuro. Il bunker antiatomico costruito negli anni Cinquanta nel ventre del monte Moscal ad Affi, sarebbe l'unico sito di questo genere e dimensioni, a essere trasformato in museo in Italia. E forse anche in Europa.
A suggellare il progetto il Ministero della Difesa italiano, cui è stata ceduta l'ex base militare dalla Nato nel 2007. Sabato il ministro Ignazio La Russa, ha visitato l'ex base Nato, luogo di comando delle forze alleate del sud Europa, con un ruolo strategico nello scacchiere mondiale negli anni della contrapposizione fra di due blocchi, Unione Sovietica e Alleanza Atlantica. Il ministro ha avvallato il finanziamento dell'assessore regionale Massimo Giorgetti, il quale, con un emendamento al bilancio regionale, ha stanziato centomila euro l'anno per il 2010-2011-2012, per la valorizzazione turistica-culturale del rifugio antiatomico «West Star», «Stella d'occidente», per dare l'idea del peso internazionale che esso aveva nel periodo della guerra fredda.
«È una grande soddisfazione il fatto che il ministro sia venuto e abbia accolto la nostra proposta», sottolinea Giorgetti. «Ora si tratta di verificare, tecnicamente e amministrativamente, quali interventi servano per tenere in vita questa struttura, dalla grandissima potenzialità sia economica che turistica. Abbiamo tre anni per provare a costruire un progetto».
L'idea del museo è piaciuta a La Russa, il quale si è detto interessato però, «non tanto ad un museo della guerra fredda, ma più che altro a un museo della guerra mancata, a testimonianza del terribile rischio corso dall'umanità».
«Anch'io», sottolinea Giorgetti, «sono qui per la prima volta e mi è sembrato di entrare in un film. Sono stupefatto dalle attrezzature e dall'impiantistica. Nessuno poteva pensare che sotto il Moscal, ci fosse una cittadella, pronta a ospitare 500 persone in caso di attacco nucleare, un altro paese di 13 mila metri quadrati dentro il monte». L'assessore regionale quindi conclude. «Ora viene la parte difficile: trovare una soluzione amministrativa e gestionale. Potrebbe essere mista, pubblico-privata, con la partecipazione di partner che possano poi gestire il sito».
Con La Russa e Giorgetti hanno partecipato alla visita, militari e quattro sindaci: oltre a Roberto Bonometti di Affi (la sua seconda visita alla struttura), anche i primi cittadini dei comuni di Cavaion, Costermano e Caprino. Bonometti, da due anni, aspetta risposte sul futuro del sito che ha fatto la storia del suo paese e dice: «L'interessamento della Regione e del Ministro, fanno pensare che ci sia la volontà di trovare una soluzione al cosa fare di questa struttura. La Russa ha confermato l'idea di creare un museo. A noi va bene qualsiasi intervento che possa dare sviluppo turistico al territorio. Continuo intanto a chiedere, che si dia la possibilità a tutti i cittadini del comprensorio di poter visitare l'ex base».
Anche Lorenzo Sartori, sindaco di Cavaion, dice: «Vedo oggi per la prima volta tutto questo, e sarebbe un peccato che fosse abbandonato. Condivido l'idea di un museo. La struttura è incredibile, un impianto molto sofisticato per quel periodo».
Stessa opinione dal sindaco di Costermano, Fiorenzo Lorenzini. «I 300 mila euro stanziati da Giorgetti sono indispensabili per mantenere in vita la base e avviare così il progetto di un museo che porterebbe molto indotto turistico anche al nostro paese»." [3]
Annamaria Schiano" [04]
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[05] Publikationen - Bunker "West Star" - 07.10.2010
Thema - "Hotel a 5 stelle con museo nel bunker antiatomico"
Autor - Annamaria Schiano
Quelle - Corriere del Veneto
ULR - Artikel in der Zeitung Corriere del Veneto - 07.10.2010
"Hotel a 5 stelle con museo nel bunker antiatomico
Il futuro del «West Star», il sito dell’Alleanza Atlantica di monte Moscal. Il sindaco di Affi: «Progetto di una multinazionale estera»
AFFI (Verona) — Hotel a cinque stelle con intrattenimento per clienti di simulazioni di guerra atomica? Potrebbe essere il destino del bunker antiatomico costruito negli anni ’50 nel ventre del monte Moscal ad Affi. «West Star», stella d’occidente, il nome in codice del sito di comando dell’Alleanza Atlantica nel periodo della guerra fredda, rimasto segreto per 40 anni. Nel 2007 la Nato ha ceduto l’ex base al ministero della Difesa, in quanto non più di interesse strategico militare. In questi tre anni la preoccupazione principale è stata quella di mantenere in vita il sito per decidere come trasformarlo e non perdere così una delle testimonianze europee più importanti di mezzo secolo di storia nello scacchiere internazionale nel periodo di contrapposizione tra Unione Sovietica e Alleanza Atlantica. E’ intervenuto l’assessore regionale Massimo Giorgetti, che con un emendamento al bilancio regionale (centomila euro all’anno per il 2010-11-12), ha permesso di coprire le spese dell’elettricità, necessaria a far funzionare i sofisticati impianti di aereazione.
Tutto in accordo con il Comune di Affi che ha sempre spinto perchè non venisse «murato» il bunker, ma fosse riconvertito in luogo storico anche ad attrazione turistica e culturale. Ora pare ci sia uno spiraglio alla possibile riqualificazione del sito. «In questi ultimi mesi ci sono stati interessamenti da parte di una grossa multinazionale estera, che ci ha chiesto informazioni per trasformare l’ex base Nato in una struttura ricettiva, con annesso museo storico», spiega il sindaco Roberto Bonometti, che però non svela il nomedella società interessata. «La società per il momento non è interessata a diffondere il suonome - dice - però la dirigenza è già venuta a visitare il sito ed ora sta facendo le sue valutazioni finanziarie». Investimenti milionari che nell’eventualità si realizzasse l’opera, porteranno tanti denari anche nelle casse comunali. «Ci è arrivata una lettera dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, che ci ha invitati a rivolgerci al generale Luigi Lo Conte, presso la direzione generale Demanio del ministerodella difesa, per avere informazioni», prosegue il sindaco.
«Così io, il vicesindaco e il segretario comunale, il 14 settembre siamo andati a Roma dal generale e in questo incontro abbiamo capito che il ministero vuole vendere o dare in concessione per decenni il sito, tenendo conto però della volontà dell’amministrazione comunale di Affi. Ci è stato quindi proposto di sottoscrivere un eventuale accordo di programma per la valorizzazione del bene, da inserire nello strumento urbanistico comunale. Quindi - prosegue Bonometti - abbiamo pensato di trovare con il ministero un modus operandi per far conoscere questa area a chi potrebbe avere interesse a investire. Il nostro obiettivo rimane quello di darle uno sviluppo turistico - culturale - ricreativo. Ad esempio trasformarne una parte in museo e un’altra in hotel; oppure in zona di invecchiamento e commercio di prodotti locali; come anche in Casinò, perchè no? Sotto terra si presterebbe. Siamo pronti a valutare tutte le proposte che arriveranno e nel frattempo vorremmo farlo visitare a cittadini, scuole, enti e a tutti coloro che ne faranno richiesta».
L’accordo quindi parte dalla pubblicizzazione del sito, per arrivare a trovare un offerente interessato a riconvertire la struttura. Intanto si è già fatta avanti una multinazionale, che - spiegano gli amministratori -, potrebbe realizzare un hotel su una superficie interna di 8 mila metri quadrati calpestabili, più 24 mila mq di superficie esterna del bosco che avvolge il bunker.Mail vero affare potrebbe stare nel volume interno, poichè c’è una altezza enorme in quella che fu una cittadella militare nascosta sotto un monte, pronta ad accogliere circa 500 persone in caso di attacco nucleare. Si potrebbe così costruire un hotel con molti piani. Il Comune con l’accordo raggiunto con ilministero, riceverà una percentuale, pare del 20-30%, sulla vendita del bene oppure una concessione. «Siamo soddisfatti - sottolinea il sindaco - poiché avevamo paura che la destinazione fosse ad altro uso».
Erano infatti circolate voci sulla possibilità, considerata la difficoltà a reperire aree dove depositare scorie radioattive, che il sito in quanto già strutturato alla difesa atomica, potesse essere utilizzato a tale scopo. Voci che non hanno mai trovato conferme, ma che qualche preoccupazione all’amministrazione hanno dato. «Un passo avanti quindi è stato fatto nell’accertare che il destino del sito sarà deciso in condivisione con il Comune. Intanto spero a breve di riuscire a concordare un programma di visite guidate alla base», conclude Bonometti. Fino ad oggi le guerre stellari si sono viste al cinema. Da domani forse ci si potrà immergere in una dimensione del passato da vivere con gli occhi del futuro, senza bisogno di occhialini 3D.
Annamaria Schiano".[05]
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[06] Publikationen - Bunker "West Star" - 09.04.2010
Thema - "Nelle viscere dell’ex base Nato «Un museo della guerra mancata»"
Autor - Argiola Petronio
Quelle - Corriere del Veneto
ULR - Artikel der Zeitung Corriere del Veneto vom 09.04.2010
"I segreti della città sotterranea sotto il monte Moscal, spunta un progetto per salvarla
VERONA — L'orario dei due barbieri è ancora appeso su una delle lavagne. Si davano il turno. In mensa ci sono le oliere e le posate. Non ci sono più i tavoli e le sedie. Probabilmente erano parte del «materiale sensibile», da portare via. Sono rimasti i paesaggi surreali delle Alpi. Due poster a misura di parete. Perchè altro «paesaggio», se non quello stampato, da lì non si può vedere. I lavandini dei bagni sono di marmo. L'unica «sciccheria», se così si può chiamare, in un posto del genere dove le «piscine» sono tre vasche gigantesche, la cui acqua nulla ha a che fare con le bracciate a stile libero, ma serviva per la «sopravvivenza ». Ma è quando si entra in quella che si chiamava «sala Tempest» che si realizza dove veramente si è. Prima quella sensazione te la danno le porte. Sono come quelle di un sottomarino. Spesse almeno una ventina di centimetri.
Il tunnel che porta alla base
Quelle porte che garantiscono la «pressurizzazione». Che separano con il loro spessore, in maniera definitiva e assolutamente fisica da qualsiasi elemento ti circondi. Sia esso acqua, aria. Sia esso «contaminazione». Mafino a quando non si arriva alla «sala Tempest », il tutto ha il sapore di una sorta di viaggio in nave. E' lì, in quella che è una sala insonorizzata, con uno specchio dietro al quale stavano gli interpreti che traducevano per i vari ufficiali, che ci si rende conto. Che si tocca con mano, realmente, cosa sia stata quella che ormai per la Storia altro non è che la «guerra fredda». E’ guardando una «mappa», disegnata con dei pennarelli che spaziano dal blu all’azzurro, che si capisce. Ci sono cartine dell’Italia gigantesche, in quella sala. Ma solo quella è disegnata a mano. E ha un linea netta. La cartina di un’Europa datata prima del patto di Varsavia. Quella che divideva i Paesi Nato dagli altri, quelli segnati da una sola dicitura: «Urss». L’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Eccola, la base «West Star» dentro alle viscere del monte Moscal, ad Affi. Eccola, quella che per i veronesi - per decenni - è stata qualcosa di quasi innominabile. Quel monte che nell’immaginario collettivo aveva la pancia piena di chissà quali missili, la cui vetta si sarebbe dovuta aprire per il lancio di chissà quali bombe. Il deposito dei «segreti militari» di quella Nato che Verona nel suo territorio ha sempre accolto, ma mai inglomerato. Una «pancia», quella della «stella dell’Ovest », ormai svuotata. Tredicimila metriquadrati, incavati nella roccia. Ci stavano cinquecento militari, in quello che nel gergo militare è ormai definito «Ex sito Nato. Affi-Verona ». Hanno cominciato a sfiancare il monte negli anni Cinquanta, gli uomini degli eserciti di mezzo mondo. E’ diventata una «città sotterranea », assolutamente operativa solo 13 anni dopo, nel 1963. E imissili da lì non partivano. Perchè quella base è stata costruita e programmata per l’esatto opposto. Per un attacco - nucleare o batteriologico - che nella logica di quella «guerra fredda» che mai c’è stata, sarebbe potuto partire dall’ex Urss. Avrebbe dovuto proteggere gli ufficiali e i militari dell’oganizzazione del Trattato Nord Atlantico, la «stella dell’Ovest ».
Li avrebbe dovuti «sigillare», per permettergli la difesa dei territori che erano al di là della «cortina di ferro», la linea di confine che divise l’Europa dopo la seconda guerra mondiale. E’ stata sventrata, la base «West Star». Quella «guerra fredda» non c’è mai stata. E quel pachiderma inglobato in un monte, non ha più una ragione. Ma se esiste l’archeologia industriale, ce n’è anche una che è «archeologia militare». E quel pachiderma antiatomico rischia di essere abbandonato a se stesso. A salvare quello che potrebbe essere un set da «Ottobre rosso» è stato l’uscente assessore regionale alla sicurezza, Massimo Giorgetti. Il 4 febbraio un emendamento del consiglio veneto ha stanziato centomila euro per i prossimi tre anni, per far sopravvivere «West Star». Non ci sta più nessuno, in quei cunicoli alimentati da un’aria riciclata, indispensabile perchè quei muri non vengano sopraffatti dalle muffe e dai muschi della montagna, dopo che non lo hanno fatto le ipotetiche scorie nucleari. Viene trattata come un malato terminale, la «città sotterranea», utilizzata l’ultima volta sei anni fa, per un’esercitazione virtuale tra i vari comandi europei. «Si stava già smantellando, alla «stella dell’Ovest», ma vennero messe delle colonnine per i computer. Perchè la «guerra» adesso si «prova» così. Ieri ci è arrivato anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Per l’esercito «West Star» - che ha un solo esempio simile, in Belgio - ormai è una sorta di metastasi. «Venni qui per un’esercitazione - ha raccontato il generale Armando Novelli, comandante del Comfoter -. Rivederla adesso dà l’idea di come sia cambiato il mondo. Da qui si sarebbero dovute dirigere le "battaglie difensive". Non ci sono mai state, grazie anche a strutture come queste. Erano loro stesse
Il ministro della difesa La Russa in visita alla base
Il ministro della difesa La Russa in visita alla base
dei deterrenti. Ormai a noi non serve più. Mantenerla ha un costo preoccupante..». Quei centomila euro della regione Veneto sono aria per tre anni a una struttura asfittica. «Vorrei - ha detto Massimo Giorgetti - che qui si potesse realizzare un museo militare. L’emendamento di 300mila euro copre le spese di tre anni per la base inattiva. Stiamo cercando un accordo perchè non venga dismessa».Matredicimila metriquadrati sono la superficie di un paese.
La «stella dell’Ovest» è tenuta in vita dal tenente colonnello Giovanni Basile. E’ lui che si occupa delle aree dell’esercito nel Veronese. Lui che ieri ha guidato tutti in quella «città sotterranea» di cui conosce ogni valvola. E la «guerra fredda» ti viene incontro subito, con l’«area decontaminazione», con le docce sigillate, con quella sovrapressione dell’aria costante, che impedisce a quella esterna di entrare. Con quelle porte spesse che si ritrovano ogni pochi metri. Ci sono i segni degli uomini e delle donne che ci hanno vissuto, nell’«ex sito Nato» di Affi. Le scritte - tutte in italiano e in inglese - «Stop-Think-Search. Fermati. Pensa. Cerca», per evitare che qualcuno portasse da fuori oggetti «contaminati». «Parlare a bassa voce». «Pass bene in vista». Tutto sempre e solo alla luce dei neon. Tutto e sempre sotto l’aria a «circuito chiuso». Tutto e sempre senza mai vedere un cielo, se non quello dei poster alla mensa. Si sono portati via i «documenti sensibili», quelli della Nato. Il resto è lì, nel ventre del monte Moscal. Che non ammufisce solo perchè lavorano gli impianti dell’aria, quelli che non smettono mai di produrre brusio. Ti manca il profumo dell’aria, alla «stella d’Oriente», ti manca un orizzonte da guardare. Ti manca il silenzio. Eccola, nei suoi tre «piani», la base West Star. Dove cinquecento militari non solo sarebbero sopravvissuti, ma avrebbero potuto contrastare un attacco «nemico» per almeno quattro mesi. L’esercito italiano ci ha tenuto quello che la Nato non ha rimosso. E così in un armadietto dietro a un angolo ci trovi ancora le maschere antigas, con tanto di filtri di ricambio. E su una parete c’è un calendario di Totò. Ha fatto cinquecento metri del tunnel che portano alla «città sotterranea», il ministro della Difesa La Russa. E’ entrato in quella sala con la cartina dell’ex Urss. «La Regione Veneto ha fatto bene a stanziare i 300mila euro. Per noi questa sede non ha alcuna valenza strategica e da tempo stiamo razionalizzando le spese. Se arriverà un progetto per un museo cercheremo di agevolare l’operazione, soprattutto adesso che si pensa di creare una realtà come "difesa spa". Il museo non dovrebbe essere quello della "guerra fredda", ma quello della "guerra mancata". Per noi non ha senso avere dei siti solo per tenerli e questa iniziativa di Giorgetti mi sembra fondamentale, per una realtà come quella di questa base». Poi, andando al buffet, si è guardato attorno. Ha visto gli spazi. E l’insonorizzazione. «Potremo fare qui la sede del Pdl», ha detto ridendo. «Beh, qui i cellulari non prendono. Non ci sarebbe il rischio delle intercettazioni», ha detto una persona del suo staff. Dalla «guerra fredda » a quella dei telefonini...
Angiola Petronio, 09 aprile 2010" [06]
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[07] Publikationen - Bunker "West Star" - 10.12.2010
Thema - "La base Nato al monte Moscal era un obiettivo per i terroristi"
Autor - Gianni Cantù
Quelle - L'Arena di Verona
ULR - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 10.12.2010
"La base Nato al monte Moscal era un obiettivo per i terroristi.
Affi. Arafat non era ancora un Nobel per la pace e strane connessioni legavano le Br all'insurrezionalismo palestinese. Anno 1985, un emissario dell'Olp palestinese è bloccato a Sandrà dopo un «sopralluogo» intorno alla collina sede della «West Star»
Gli interni, per anni rimasti misteriosi, della base Nato «West Star» nel ventre del Monte Moscal.
Affi. Il terrorismo arabo aveva messo gli occhi nel 1985 su «West Star». Allora capeggiava le cellule terroristiche Yasser Arafat, che per ironia della sorte sarebbe arrivato al Premio Nobel per la pace. Arafat era ufficialmente al vertice dell'Olp e la magistratura italiana gli aveva attribuito la fornitura di armi alle «BR», spiccando un mandato di cattura che ovviamente rimase lettera morta.
Verso la fine dell'85 aveva inviato a Verona un suo ufficiale, il capitano Omar Sadat Salem Hussein Abdul Al Fathà, che i carabinieri di Villafranca riuscirono a catturare con un blitz all'alba del 28 novembre, a Sandrà.
Il capitano dell'Olp, che aveva in tasca una foto che lo ritraeva al fianco di Arafat, aveva preso alloggio in casa di una donna, risultata del tutto estranea alle sue trame. Nell'appartamento i carabinieri trovarono una valigia e una ventiquattr'ore contenenti un piccolo ma temibile arsenale: armi, esplosivi e congegni di radiocomando in grado di far esplodere da terra aerei in volo.
Questa la lista del materiale sequestrato all'ufficiale: venti chili di esplosivo T.4 (esattamente 19,800 chilograammi) confezionato in saponette da 400 e 200 grammi; quattro inneschi chimici; un trasmettitore e cinque ricevitori di impulsi radio, per il comando di esplosioni a distanza; quattro detonatori completi di collegamenti elettrici per quegli stessi congegni; due mitragliette PM.63 calibro 9 Makarov, di fabbricazione polacca, con quattro caricatori completi per 120 colpi complessivi.
In un biglietto di cui era stato trovato in possesso il capitano Omar Sadat aveva quattro nomi di capi dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, ai quali si sarebbe dovuto rivolgere in caso di bisogno. Uno di essi era Abu Jihad, che agenti del Mossad israeliano avrebbero ucciso a Tunisi ai primi di maggio del 1988. Jihad (il nome arabo della «guerra santa») in realtà si chiamava Khalil Ibrahim Wazir, ed era il vice comandante delle forze armate palestinesi, il numero due di Arafat. Sorpreso nel sonno, l'ufficiale non ebbe il tempo di mettersi in contatto con i suoi capi, che d'altra parte non avrebbero esitato a sconfessare l'agente «bruciato».
Da Sandrà il «turista» Omar Sadat, a quanto accertarono i carabinieri, si era fatto accompagnare ad Affi, ai piedi del Moscal, ma il sopralluogo non poteva che risolversi nella constatazione dell'impossibilità di attaccare il comando sotterraneo della Nato. Al processo l'ufficiale negò di essere venuto a Verona, in prossimità dell'aeroporto di Villafranca, per fare degli attentati, sostenendo di essere stato incaricato da Abu Jihad a «ritirare» armi, esplosivi e congegni di radiocomando per far esplodere aerei in volo, o interi edifici, dopo il fallimento del sequestro della nave «Achille Lauro».
Omar Sadat, che era di nazionalità giordana essendo nato a Jaffa, è stato condannato in via definitiva nell'aprile 1987 a tredici anni di reclusione." [06]
Gianni Cantù" [07]
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[08] Publikationen - Bunker "West Star"- 07.04.2011
Thema - "Franchetto: «Non si pensi di usarel'ex base di Affi per stoccare scorie nucleari"
Autor - L'Arena di Verona
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 07.04.2011
"Franchetto: «Non si pensi di usare l'ex base di Affi per stoccare scorie nucleari»
Verona. «Il nucleare ha fatto il suo tempo, e il disastro in Giappone lo sta a confermare. Ma in provincia di Verona, a poca distanza dal lago di Garda, abbiamo un sito che potrebbe essere idoneo per lo stoccaggio delle scorie radioattive. Un problema che, è bene ricordarlo, l’Italia non ha nemmeno iniziato a risolvere. Si tratta del rifugio anti-atomico West Star del monte Moscal di Affi».
Le parole sono del capogruppo regionale di Italia dei Valori Gustavo Franchetto che, sul caso, oggi ha depositato un’interrogazione in Regione. «La Legge Finanziaria regionale 2010 - ricorda Franchetto - autorizzava il Veneto a stipulare una convenzione con il Ministero della Difesa per un progetto di valorizzazione turistica e culturale del rifugio anti-atomico, per cui si sono stanziati 100mila euro l’anno per 3 anni, fino al 2012. Era stato l’assessore Massimo Giorgetti a proporre l’operazione, dichiarando l’impegno della Regione ad evitare la chiusura e l’abbandono di un patrimonio così importante, ipotizzando la creazione di un museo sulla «guerra fredda». «La destinazione turistico-culturale è un’ottima idea e, proprio per sapere a che punto sono i lavori, ho presentato l’interrogazione - aggiunge il politico veronese - anche per fugare ogni dubbio su eventuali futuri «usi impropri» (parole di Giorgetti ai giornali) del rifugio anti-atomico. Era progettato per resistere agli attacchi nucleari, è un luogo ampio e sicuro, non vorrei mai che a qualcuno venisse l’idea di usare i suoi 13mila metri quadri come sito per lo stoccaggio di scorie radioattive».
«In attesa del referendum di giugno promosso da IdV parte l’anno di moratoria nucleare. In questo periodo sarebbe bene, per le comunità vicine e non solo, che iniziassero i lavori per destinare a fini turistici West Star. Nell’interrogazione ho infatti chiesto alla Giunta Zaia a che punto è il progetto di valorizzazione e l’ipotesi del museo sulla «guerra fredda», se ci sono stati incontri con i sindaci della zona e come sono stati usati i primi 100mila euro stanziati per il 2010»." [08]
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[09] Publikationen - Bunker "West Star" - 06.08.2011
Thema - "Un centro ricerca sull`energia alternativa nell`ex bunker"
Autor - Luca Belligoli
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 06.08.2011
"Un centro ricerca sull'energia alternativa nell'ex bunker
Affi. L'ultima parola spetta al ministero della Difesa che dispone tuttora della struttura, utilizzata per 41 anni. È l'obiettivo del sindaco in contatto con alcune università per predisporre uno studio di fattibilità e quindi un progetto.Uno dei locali interni del bunker militare antiatomico nelle viscere del monte Moscal.
Affi. L'ex base militare West Star, nome in codice «Stella dell'Occidente», scavata nelle viscere del monte Moscal potrebbe essere utilizzata in futuro per scopi scientifici.
Lo afferma il sindaco di Affi Roberto Bonometti.
«Siamo in contatto con alcune università», spiega il primo cittadino. «Il nostro intento è ospitare in quella sede un centro di ricerca sulle fonti di energia alternative».
«Sarebbe straordinario», prosegue Bonometti, «che proprio ad Affi si trovassero le soluzioni concrete per salvaguardare il nostro pianeta e garantire un futuro migliore all'umanità».
«L'obiettivo adesso», conclude il sindaco, «è quello di predisporre uno studio di fattibilità e quindi un progetto che poi sarà sottoposto al Ministero della Difesa che tuttora dispone di questo sito».
Nel 2012, però, terminerà il finanziamento triennale di 300 mila euro, stanziati dalla Regione, per iniziativa dell'assessore Massimo Giorgetti.
Il provvedimento è stato adottato con la finalità di stipulare una convenzione con il ministero della Difesa e predisporre un progetto di valorizzazione turistica e culturale di questa struttura, tuttora di proprietà della società Difesa spa.
Quello di Affi è il più grande bunker militare antiatomico d'Italia. La struttura ha una «gemella» in Belgio.
Per 41 anni «West Star» è stato utilizzato come posto comando protetto, dotato di centro trasmissioni strategico.
L'ultima esercitazione militare che ha ospitato si è svolta nel 2003.
La struttura costruita dall'Alleanza atlantica (Nato), è stata consegnata il 6 luglio del 1966 al comando Ftase (Forze terrestri alleate Sud Europa).
Scavata nella roccia sotto i 427 metri del Monte Moscal, per decenni è stata sede di esercitazioni congiunte di tutte le forze Nato (North Atlantic Treaty Organization) terrestri, aeree e navali e non ha mai ospitato armi nucleari.
In un reticolo di chilometri e chilometri di cunicoli, in caso d'emergenza, avrebbe dovuto garantire la sopravvivenza di quattrocento persone per la durata di quindici giorni.
L'impianto doveva servire come sede in caso di attacco nucleare, chimico o batteriologico, per lo stato maggiore del comando operativo congiunto nello scacchiere Nord-Orientale italiano, che aveva sede a Verona.
Complessivamente l'area dell'ex base militare si dirama su una superficie di 45 mila metri quadrati di terreno boschivo e di 15 mila di superficie coperta."[7]
Luca Belligoli" [09]
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[10] Publikationen - Bunker "West Star" - 31.01.2016Thema - "Nelle viscere del monte Moscal la base a prova di bomba H"
Autor - Guiseppe Corrà
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 31.01.2016
"Nelle viscere del monte Moscal la base a prova di bomba H
West star e Back Yard, ma cosa sono? L’invito a conoscere queste due postazioni “segrete” della Nato, realizzate ed in attività nel periodo della “Guerra fredda” sul territorio veronese, viene da un libro di Leonardo Malatesta, Giorgio Trevisan, Claudio Ricardo De Castro ed Andrea Pozza dal titolo Viaggio nelle basi segrete della Nato West Star e Back Yard, Pietro Macchione Editore, Varese, 2015, 144 pagine, prezzo 15 euro.Il libro verrà presentato al Circolo unificato di Castelvecchio di Verona alle 17 del 2 febbraio. Introdurrà il generale di corpo d’armata Lucio Innecco, già comandante della Regione militare Nord-Est e delle Forze terrestri alleate del Sud Europa.
Per la prima volta, nell’opera si parla dei bunker antiatomici della Nato West Star ad Affi e Back Yard a Grezzana. Su di loro, fino ad oggi, sono fiorite molte leggende ora svelate da fotografie e documenti che le svelano a tutti.
Il libro consente di conoscere il funzionamento ed i compiti affidati a questi due siti Nato del territorio veronese.
La West Star, ad Affi, ancora zona militare, era il più grande bunker antiatomico a livello europeo, sviluppandosi sotto il monte per ben 13mila metri quadri.
Il 10 luglio 1951 fu insediato a Verona il Comando delle forze terrestri alleate del Sud Europa (Ftase), guidato da un generale di corpo d’armata italiano alle dipendenze del comandante delle forze alleate del Sud Europa.
Nel 1955, oltre all’arrivo in zona della Setaf (Southern European Task Force, la forza tattica dell’esercito Statunitense per il sud Europa, nacque anche la V Ataf (La V forza aerea tattica alleata della Nato) che riunì attorno a sé tutte le truppe italiane unite nel Trattato del Nord Atlantico.
Alla fine degli anni ’50 si pensò che, in caso di aggressione atomica, i loro comandi più importanti dovevano poter usufruire di una sede protetta in cui fosse possibile dirigere in sicurezza le operazioni di risposta. Dal 1958 iniziò la progettazione delle due sedi protette, sia per il comando delle Ftase che della V Ataf. La scelta cadde sul Monte Moscal, vicino ad Affi, e su di un luogo nelle vicinanze di Grezzana.
La West Star (Stella d’occidente) entrò in funzione il 6 luglio 1966 ed è stato il più grande bunker antiatomico in Italia: ben 13mila metri quadrati la sua estensione, di cui la parte operativa era di 4mila, altrettanti per le apparecchiature e 5mila per quelli occupati dai tunnel e dagli ingressi. Il sito era diviso in due piani per un’altezza di 12 metri. Nella sala operativa c’era anche un terzo piano sotterraneo dove passavano tutti i cavi. Le stanze dell’area riservata erano insonorizzate e isolate da interferenze radio con protezioni elettromagnetiche per le comunicazioni.
L’opera, chiamata anche sito B, era difesa dal monte ed aveva sistemi antinucleari, anti batteriologici, chimici e non poteva essere soggetta ad intercettazioni. Nel suo interno c’erano apparecchiature elettroniche per comunicazioni, generatori elettrici, impianti di condizionamento, docce per la decontaminazione da radiazioni nucleari, mensa, infermeria, locali per lo svago come la palestra, dormitori e stanze per l’attività operativa. Il sito era in comunicazione con tutti i comandi Nato, prima di tutto con il Supreme Headquartes Allied Powers Europe (Shape). Tutte le sue apparecchiature erano montate su strutture galleggianti e sospese in modo che non si verificassero problemi di funzionamento anche in caso di bombardamento o di terremoto.
La sua capienza poteva essere al massimo di 500 persone, che non erano solo militari. Questo centro rimase operativo fino al 2007 quando, ormai sciolte sia le Ftase che la V Ataf, non aveva più nulla da svolgere per la Nato e passò all’Esercito Italiano. Nel 2005 le spese annuali per il funzionamento della West Star erano calcolate in 270mila euro.
Analoghe funzioni aveva il bunker Back Yard (Il giardino dietro casa), costruito nelle vicinanze di Grezzana prima di quello presente ad Affi. E’ scavato nella roccia del Monte Vicino, in una ex miniera, a circa 300 metri di altezza, in località Slavino. Il bunker era costruito su di un unico piano con tre tunnel a forma di tre ipsilon, possedeva tre entrate, una centrale e due laterali. Era più piccolo rispetto a quello di Affi, ma aveva le sue stesse funzioni. Venne chiuso nel 2000 e ceduto dal Demanio militare al Comune di Grezzana.
Nella sua parte finale il libro presenta una ricca serie di fotografie che ritraggono le basi missilistiche dell’aeronautica e dell’esercito nel Nord–Est italiano. Raccoglie, infine, un’ampia carrellata di disegni delle varie aree dei due siti con foto inedite scattate ai giorni nostri. Il tutto accompagnato da una ricca bibliografia ragionata su ciò che è stato scritto fino ad ora sul tema della “Guerra fredda”.
Giuseppe Corrà " [10]
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[11] Publikationen - Bunker "West Star" - 07.02.2016Thema - Il sindaco vuole l’ex base Nato «La chiediamo a costo zero»"
Autor - Luca Belligoli [
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 07.02.2016
"Il sindaco vuole l’ex base Nato «La chiediamo a costo zero»"
Il sindaco di Affi Roberto Bonometti vuole iniziare a trattare con il Demanio per l’acquisizione dell’ex base militare Nato West Star, nome in codice «Stella dell'Occidente», scavata nelle viscere del monte Moscal.
E si è posto una scadenza: entro febbraio.
Le aspettative del sindaco di acquisire l’ex base militare sono aumentate visto che a novembre il Demanio ha comunicato la cessione al Comune di Affi, a titolo gratuito, dei terreni dove un tempo transitava la vecchia ferrovia e un lotto nei pressi della base militare del Moscal.
«Ho dato incarico al segretario comunale di fissare a breve un incontro con i funzionari del all’Agenzia del Demanio civile di Mestre che è l’attuale proprietario di questo eccezionale sito militare», spiega Bonometti. «Nel 2012, quando la proprietà era passata dalla Nato al Ministero della Difesa ci chiesero cinque milioni per cedere West Star al Comune».
Nel 2012 però è terminato il finanziamento triennale di 300mila euro, stanziati dalla Regione Veneto per stipulare una convenzione con il ministero della Difesa e predisporre un progetto di valorizzazione turistica e culturale di questa struttura passata l’anno successivo al Demanio.
«Adesso è nostra intenzione acquisire questo immobile a costo zero per il Comune. Abbiamo anche delle idee per l’utilizzo della struttura. Anche di natura scientifica», riprende Bonometti. «Siamo in contatto con alcune università, anche straniere».
«Il nostro intento», continua, «è quello di ospitare in quella sede un centro di ricerca sulle fonti di energia alternative. Sarebbe straordinario che proprio ad Affi si trovassero soluzioni concrete per salvaguardare il nostro pianeta e garantire un futuro migliore all’umanità».
«L’obiettivo», prosegue Bonometti, «è di predisporre uno studio di fattibilità. Sinora non abbiamo avuto contatti diretti con l’attuale governo per l’utilizzo a scopo pubblico di questa struttura, di fatto inutilizzata, ma siamo fiduciosi. Tra i vari utilizzi che sono stati prospettati, vista l’ampia superficie del bunker che si sviluppa all’interno del monte Moscal, c’è anche quella della stagionatura di vini, insaccati e formaggi d’eccellenza».
È stata prospettato, in una porzione del bunker, anche l’allestimento di un museo dedicato al periodo storico della «Guerra fredda». Quello di Affi è il più grande bunker militare antiatomico d'Italia, ed ha un gemello in Belgio. Per 41 anni, è stato utilizzato come posto comando protetto, dotato di centro trasmissioni strategico. L'ultima esercitazione militare che ha ospitato si è svolta nel 2003.
La struttura costruita dall'Alleanza atlantica (Nato), è stata consegnata il 6 luglio del 1966 al comando Ftase (Forze terrestri alleate Sud Europa). Scavata nella roccia sotto i 427 metri del Monte Moscal, per decenni è stata sede di esercitazioni congiunte di tutte le forze Nato (North Atlantic Treaty Organization) terrestri, aeree e navali e non ha mai ospitato armi nucleari. In un reticolo di chilometri e chilometri di cunicoli, in caso d’emergenza, avrebbe dovuto garantire la sopravvivenza di 400 persone per 15 giorni. L'impianto doveva servire da sede in caso di attacco nucleare, chimico o batteriologico, per lo stato maggiore del comando operativo congiunto nello scacchiere nord-orientale italiano, che aveva sede a Verona. Complessivamente l’area dell’ex base militare conta, 45mila metri quadrati di terreno boschivo e 15mila di superficie coperta.
Luca Belligoli [11]
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[12] Publikationen - Bunker "West Star" - 03.02.2016Thema - "West Star, la Stella d’occidente si sta spegnendo: lo Stato tace sulla cessione al Comune di Affi"
Autor - Annamaria Schiano
Quelle - ReportGarda.com
URL - Artikel ReportGarda 03.02.2016
West Star, la Stella d’occidente si sta spegnendo: lo Stato tace sulla cessione al Comune di Affi
Non si conosce ancora il destino dell’ex Base Nato di Affi, dal 1966 al 2007 il più grande bunker antiatomico d’Italia. Sul sito militare ora è stato scritto anche un libro, dal titolo “Viaggio nella basi segrete della Nato –West Star e Back Yard”, i cui testi sono del 38enne storico militare Leonardo Malatesta, mentre le foto e il materiale illustrativo di Giorgio Trevisan, Claudio Ricardo De Castro ed Andrea Pozza. Il volume è stato presentato martedì pomeriggio al Circolo Ufficiali di Castelvecchio a Verona, dinnanzi ad un centinaio di appassionati e di ufficiali dei più alti livelli che hanno trascorso la loro vita militare all’interno della Base Nato di Affi.
Libro WS Innecco e Malatesta Innecco e Malatesta Base Nato Circolo ufficiali libro 2 febb 2016 008 (Copia)
A raccontare la storia di West Star, a fianco di Malatesta, il generale di riserva Lucio Innecco, comandante negli anni ‘90 di Ftase (Forze terrestri alleate sud europa).
Un tuffo nel secolo scorso di Malatesta, (direttore della Fondazione Museo Storico del Nastro Azzurro), che nel libro spiega il ruolo dei due bunker – quello di Affi e quello più piccolo di Grezzana – strutture del sistema Nato. Da West Star, in caso di conflitto mondiale, sarebbe potuto partire l’ordine per lo sgancio di bombe atomiche, “per fortuna mai avvenuto – come ha ricordato il generale Innecco- poiché avrebbero distrutto il pianeta”.
La base, un paio d’anni dopo la chiusura nel 2007, è stata ceduta dalla Nato al Ministero della Difesa italiano. Non essendo più di interesse militare, il sito sta attendendo di essere affidato all’Agenzia del Demanio Civile di Mestre, che dipende dal Ministero dell’Economia. Il Comune di Affi è da anni che chiede gli venga trasferita la proprietà della base, ma l’ultimo incontro che il Sindaco Roberto Bonometti ha avuto per reclamarne il passaggio è stato a Palazzo Marina, nell’ufficio del Genio Dife, “dove i dirigenti ci hanno chiesto 5 milioni per cederci il sito, così abbiamo lasciato il banco”, sottolinea. Insomma, un labirinto di istituzioni da cui non si intravede l’uscita. Il Demanio di Mestre, pare, abbia ricevuto solleciti anche dai corpi militari per inviare richiesta allo Stato maggiore di cessione del bene al Comune di Affi, ma la lettera di richiesta da Mestre non è mai partita e non se ne conoscono le ragioni.
“Fin che il sito se lo tiene lo Stato è normale finisca tutto in degrado – rimarca Bonometti – Se la danno a noi ci impegneremo a trovare i fondi per l’illuminazione e far riaprire così anche il sistema di aereazione e lo faremo visitare alle tante persone che ci chiedono di vedere la base”. Il Comune, infatti, ha già pronto un progetto ambizioso per il futuro di West Star e si impegnerebbe ad andare a cercare risorse economiche anche in Europa. Ha già dei contatti con tre centri universitari internazionali, uno in Texas, un altro in Austria e uno a Verona, per realizzarvi un centro ricerca di energie alternative. “Il centro ricerca – spiega il sindaco- occuperebbe una parte dei 13 mila metri quadrati di superficie del bunker, mentre il resto potrebbe essere attrezzato a Museo della Guerra Fredda”.
la sala operativa del comando sede del comando dentro il bunker WS
Nel frattempo è anche subentrata la legge sulla cessione dei siti militari. “A novembre ci è arrivata la mail dal Demanio –svela Bonometti – per informarci che ci hanno ceduto gratuitamente i terreni dove correva la ferrovia, (zona dell’asilo), ed anche un grande lotto di terra dietro la zona militare del Moscal, ma per l’area della base nessuna risposta. Ora mi impegno a ritornare all’attacco nei prossimi giorni, vedremo cosa ne esce”. Intanto la stella d’occidente si spegne lentamente ogni giorno di più.
Annamaria Schiano" [12]
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[13] Publikationen - Bunker "West Star" - 10.03.2016
Thema - "Ora il caso «West Star» finisce in Parlamento"
Autor - o.A
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 10.03.2016
"Ora il caso «West Star» finisce in Parlamento
Da anni abbandonato il più grande bunker antiatomico d’Europa, potrebbe diventare un punto d’attrazione turistica importante del territorio veronese. Il Monte Moscal di Affi nasconde il più grande bunker antiatomico d’Europa; dichiarata nel 2008 Infrastruttura non Attiva (Ina), potrebbe diventare un nuovo punto attrattivo turistico.In materia il deputato Mattia Fantinati del M5S ha presentato un’interrogazione parlamentare. Dopo una lunga ricostruzione delle vicende del bunker «West Star», che fu il il comando delle forze operative terrestri della Nato nel sud Europa in caso di guerra, nonché la sala operativa della V Apaf dell'Aeronautica della Nato, il parlamentare fa il punto sull’inattività e sull’abbandono, ormai pluriennale, della struttura.
Oggi, a distanza di otto anni dalla dismissione delle attività militari», osserva infatti Fantinati, «non si conosce ancora il destino di “West Star“, pure considerando come si tratti di un sito di grande rilevanza storica, né si sa quali iniziative di competenza si intendano adottare per riqualificare il rifugio anti-atomico per fini espositivi e per renderlo anche una meta turistica visitabile." [13]
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[14] Publikationen - Bunker "West Star" - 17.03.2016Thema - "Ex base Nato in vendita Il Comune ci scommette"
Autor - Luca Belligoli
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 17.03.2016
"Ex base Nato in vendita Il Comune ci scommette
Tra un anno il Comune di Affi potrebbe entrare in possesso dell’ex base militare Nato West Star, nome in codice «Stella dell'Occidente», scavata nelle viscere del monte Moscal.A riaccendere la speranza è l’incontro, tra la delegazione del Comune di Affi guidata dal sindaco Roberto Bonometti e il generale di divisione aerea Alberto Rosso vice capo di gabinetto del ministro della Difesa, che si è svolto a Roma martedì 8 marzo. In questa occasione si è discusso sulla possibilità dell’acquisizione del comune di Affi del bunker attualmente sotto la responsabilità e gestione del demanio militare. All’incontro oltre al generale Rosso e al sindaco Bonometti hanno preso parte il colonnello Fabio Nardi, aiutante del capo di gabinetto, l’assessore ai lavori pubblici di Affi Gianmarco Sacchiero, il generale di brigata Gerardino De Meo, ultimo comandante Nato di West Star e l’architetto Gregory Paolucci presidente della fondazione «Bunker soratte», questi ultimi convocati alla riunione in qualità di consulenti.
A promuovere l’incontro è stato il sindaco Bonometti che recentemente si è visto negare dall’agenzia del Demanio di Mestre la richiesta di acquisizione della base. Il sindaco si era proposto di acquisire l’immobile a costo zero per il Comune : «Abbiamo delle idee per l’utilizzo della struttura», aveva spiegato Bonometti, «siamo in contatto con alcune università, anche straniere. Il nostro intento è di ospitare in quella sede un centro di ricerca sulle fonti di energia alternative. Tra i vari utilizzi che sono stati prospettati, vista l’ampia superficie del bunker che si sviluppa nel monte Moscal, c’è anche quella della stagionatura di vini, insaccati e formaggi d’eccellenza. È stata prospettato in una porzione del bunker, pure l’allestimento di un museo dedicato al periodo storico della «Guerra fredda».
Il sindaco ha voluto verificare se da parte del ministero della difesa ci fosse effettivamente la volontà di cedere West Star al demanio civile, considerata l’abbandono del bunker e voleva verificare anche al contrario se ci fossero degli impedimenti.
«Il generale Rosso era stato informato sulla vicenda e ha affermato che da parte del ministero della Difesa non ci sono motivi ostativi nel cedere West Star al demanio civile», ha riferito il sindaco, «anzi questa soluzione è auspicata dal ministero della Difesa che attualmente deve farsi carico di questa ed altre strutture non attive».
Il generale Rosso ha anche espresso il suo apprezzamento per i progetti prospettati dal Comune di Affi tra i quali si è aggiunto anche quello per lo stoccaggio di dati informatici da parte di una società. «Il vice capo di gabinetto ha anche precisato che l’approvazione avvenuta il 25 febbraio scorso dell’apertura, sino al 31 dicembre di quest’anno, di un’altra finestra sul «federalismo demaniale», dà la possibilità alle amministrazioni di richiedere aree demaniali senza oneri di spesa», ha aggiunto Bonometti, «ci è stato suggerito quindi di inoltrare una nuova richiesta non appena l’agenzia del Demanio avrà pubblicato sul suo sito istituzionale le relative modalità. Questa circostanza dovrebbe realizzarsi in tempi brevi. E senza attendere l’eventuale pubblicazione di un nuovo elenco di infrastrutture militari cedibili alla pubblica amministrazione. Così facendo i tempi di concessione di West Star si dovrebbero ridurre notevolmente. È stato stimato che il tempo di attesa sarà inferiore ad un anno.
La riunione si è svolta in un clima molto cordiale», conclude il sindaco, «prima del vertice al ministero della Difesa, su iniziativa del generale De Meo abbiamo partecipato ad un incontro informale con il colonnello Salvatore Tumminia, che nel 2007 è stato l’interlocutore del generale De Meo per la cessione di West Star dalla Nato all’Italia».
Luca Belligoli " [14]
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[15] Publikationen - Bunker "West Star" - 08.02.2016Thema - "Nel 2013 ci fu un’esplosione nel bunker antiatomico di Affi, ora “sotto attacco” dei vandali"
Autor - Annamaria Schiano
Quelle - ReportGarda.com
URL - Artikel ReportGarda vom 08.02.2016
"Nel 2013 ci fu un’esplosione nel bunker antiatomico di Affi, ora “sotto attacco” dei vandali
Nel 2013 c’è stata un’esplosione all’interno del bunker antiatomico di Affi, ex base militare Nato. West Star, così, ha rischiato il “big bang”. Al suo interno, infatti, manca la luce dal 2013, quando, secondo fonti militari, scoppiarono dei grossi fusibili dell’impianto elettrico: l’esplosione fu accompagnata da una grande boato ed avvenne mentre all’interno si trovavano alcuni dipendenti della Difesa addetti al controllo, che pensarono ad un terremoto ed ebbero l’impressione che il monte Moscal stesse collassando.
Persero persino l’orientamento e riuscirono ad uscire incolumi con le torce dei loro cellulari, ma presero un gran spavento. Da allora la base non ha più ricevuto la corrente elettrica ed è stata trasformata in “Infrastruttura Non Attiva” (Ina). Ma il bunker è ancora “sotto attacco”: l’estate scorsa ci sono stati degli atti di vandalismo al suo interno e così, da settembre, lo Stato Maggiore non rilascia più autorizzazioni per visite all’ex base Nato. Oggi, a distanza di otto anni dalla dismissione delle attività militari, non se ne conosce ancora il suo destino.
Nelle foto sotto l’ultima esercitazione Nato nel novembre 2004 “Allied Warrior”: briefing nella JCWR (Joint Conference War Room). Anche un cartello che rammentava le misure di riservatezza da mantenere e delle bombole di ossigeno, necessarie per rendere l’aria respirabile in caso di chiusura ermetica a seguito di esplosione nucleare.
Ultimo breefing bombole ossigeno Cartello di West Star P7111299
West Star è stata costruita ad inizio anni ‘60 nelle viscere del monte Moscal ad Affi: dal 1966 al 2007 fu il più grande bunker antiatomico d’Italia, ospitando per tutta la Guerra Fredda la sede protetta del comando Nato. La base, poi, fu ceduta dalla Nato al Ministero della Difesa il 9 ottobre 2007, ancora funzionante. L’uso militare del bunker, però, fu abbandonato nel 2010, dopo il sopralluogo dell’allora Ministro della Difesa Ignazio La Russa, che confermò la proposta dei vertici militari di dismettere la base. Dal 2010, dunque, West Star perse interesse per i militari, ma continuò ad essere video-sorvegliato e con gli impianti di aereazione funzionanti al minimo. C’erano già stati tentativi di intrusione, con persino il tentativo di furto di un trasformatore da 20.000 a 10.000 volt posto all’esterno. Con la cessione al Ministero della Difesa, la custodia del sito antiatomico è stata affidata al 5° Reparto Infrastrutture (Sez. Staccata di Verona).
Il 10 giungo 2015 il “Comando Infrastrutture Nord”, nel confermare la mancanza di interesse della Difesa per West Star, ha sollecitato l’Agenzia del Demanio del Veneto a “rendere note le azioni eventualmente già intraprese in esito alla richiesta del Comune di Affi, ovvero se sussistano elementi ostativi all’auspicata acquisizione da parte dell’amministrazione locale”. Ma ad oggi non risulta che l’attuale Direttore dell’Agenzia del Demanio Vincenzo Capobianco abbia preso delle decisioni.
Annamaria Schiano" [15]
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[16] Publikationen - Bunker "West Star" - 11.03.2016
Thema - Acquisizione ex base nato West Star
Autor - Roberto Bonometti"
Quelle - Comune Affi
URL - Artikel der Comune Affi vom 11.03.2016
RESOCONTO DELLA RIUNIONE SU WEST STAR AL MINISTERO DELLA DIFESA
Il giorno 8 marzo 2016 alle ore 14:00 si è svolta a Roma presso l’ufficio di uno dei Vice Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, una riunione fra una delegazione del Comune di Affi, capitanata dal Sindaco Roberto Bonometti, ed il Gen. di Divisione Aerea Alberto Rosso, sulla fattibilità dell’acquisizione dal parte del comune di Affi del bunker ex- NATO di West Star, attualmente sotto la responsabilità del demanio militare, e dislocato nel comune stesso.
I partecipanti erano per il Ministero della Difesa il Vice Capo di Gabinetto incaricato Gen. di Divisione Aerea Alberto Rosso e il Col. Fabio Nardi, Aiutante del Capo di Gabinetto; per l’amministrazione comunale di Affi il Sindaco di Affi, Rag. Roberto Bonometti, l’Assessore ai lavori pubblici, Sig. Gianmarco Sacchiero, il Gen. di Brigata (Aus.) Gerardino De Meo, ultimo comandante NATO di West Star, quale consulente e l’Arch. Gregory Paolucci, libero professionista e professore di Tecnologia, presidente della fondazione “Bunker Soratte”, quale consulente.
La riunione è stata promossa dal Sindaco di Affi a seguito della recente risposta telefonica negativa del Direttore dell’Agenzia del Demanio di Mestre Dott. Capobianco, alla richiesta di acquisizione del bunker da parte dell’Amministrazione comunale datata 02.10.2014. La riunione aveva infatti lo scopo di sondare se da parte del Ministero della Difesa ci fosse effettivamente la volontà di cedere West Star al demanio civile, considerata l’inattività del bunker, o se ci fossero motivi ostativi.
Dopo le presentazioni di rito, il Gen. Rosso, già al corrente della richiesta del Sindaco, ha subito esordito dicendo che da parte del Ministero della Difesa non c’erano motivi ostativi nel cedere West Star al demanio civile, anzi la cosa era molto ben vista, alla luce delle responsabilità che il Ministero della Difesa ha nel farsi carico di infrastrutture non attive. Ha poi ascoltato ed appoggiato i progetti del Sindaco per valorizzare il bunker attraverso la realizzazione di un museo della guerra fredda, la collaborazione con alcune università pubbliche per il suo utilizzo come centro di ricerca e lo stoccaggio di dati informatici da una parte di una società privata.
Il Gen. Rosso ha inoltre precisato che l’approvazione in data 25.02.2016 dell’apertura sino al 31.12.2016 di un’altra finestra sul Federalismo Demaniale, dà la possibilità alle amministrazioni pubbliche di richiedere aree demaniali senza oneri di spesa.
E’ stato suggerito all’Amministrazione Comunale di inoltrare una nuova richiesta non appena l’Agenzia del Demanio avrà pubblicato sul suo sito istituzionale le relative modalità, cosa che dovrebbe realizzarsi in tempi brevi, e senza attendere l’eventuale pubblicazione di un nuovo elenco di infrastrutture militari cedibili alla pubblica amministrazione, stimando che così facendo i tempi di concessione di West Star si dovrebbero ridurre notevolmente, addirittura a meno di un anno dalla richiesta. La riunione si è svolta in un clima molto cordiale ed è terminata alle ore 15:00 circa.
Prima della riunione c’era stato, promosso dal Gen. De Meo, un incontro informale con Il Col. Salvatore Tumminia presso il Circolo Ufficiale di Forza Armata (CUFA). Nel 2007 il Col. Tumminia era stato l’interlocutore nazionale del Gen. De Meo per la cessione di West Star dalla NATO all’Italia.
A tutti i partecipanti va il mio più sincero ringraziamento per la disponibilità e la cordialità che abbiamo ricevuto.
IL SINDACO , Roberto Bonometti" [16]
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[17] Publikationen - Bunker "West Star" - 06.04.2016
Thema - Stella d’Occidente lasciata ai vandali
Autor - Luca Belligoli
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 06.04.2016
"Stella d’Occidente lasciata ai vandali
Gran parte della struttura conserva le dotazioni tecnologiche del suo passato militare, ora «obiettivo» dei vandaliUno dei tunnel all’interno dell’ex base Nato
La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle (M5S) Erika Baldini ha presentato una interrogazione a risposta scritta alla Giunta regionale sull’ex base militare West Star.
«È il più grande bunker antiatomico d’Europa scavato nelle viscere del Monte Moscal. Dal 2008 è stato dichiarato infrastruttura inattiva e per questo potrebbe essere sfruttato come attrazione turistica. West Star, è una struttura di 13 mila metri quadrati suddivisa in 110 stanze, 3 ingressi e gallerie d’accesso. Nel 2010 la Regione Veneto stipulò una convenzione con il Ministero della Difesa per un progetto di valorizzazione turistica del rifugio antiatomico, con uno stanziamento di 100 mila euro per 3 anni fino al 2012. L’ipotesi era di creare un museo della guerra fredda ma ad oggi chiedo come sia lo stato dei lavori, cosa sia stato effettuato e che fine abbia fatto questa idea. Fino al 2013 il sito era frequentato da dipendenti del Ministero della Difesa addetti ai controlli, ma dopo un incidente a dei fusibili che provocarono uno scoppio, la struttura fu abbandonata del tutto e, a causa delle incursioni di alcuni vandali, lo Stato Maggiore non rilasciò più autorizzazioni per visite. Nel 2015 l’Agenzia del Demanio del Veneto avrebbe dovuto esprimersi se ci fossero stati elementi ostativi alla cessione del bunker in favore del Comune di Affi, ma a oggi non si conosce il destino di questo sito che non deve finire tra le occasioni possibili non sfruttate».
Mauro Vittorio Quattrina regista, documentarista, consulente storico per fiction e film di guerra la realtà attuale dell’ex base militare di Affi la conosce bene perché in questo luogo ha girato il documentario «West Star, polvere di una stella».
«Bande di vandali o meglio delinquenti specializzati in questo tipo di furti hanno portato via tutto quello che era asportabile, compresi i fili elettrici in rame dell’impianto di illuminazione nell’area esterna alla base e in una parte delle gallerie. Non c’è da meravigliarsi, fenomeni di questo genere si verifichino puntalmente in luoghi abbandonati da anni. Ma il resto della struttura, protetta dalle porte blindate, è in ottime condizioni. Il cuore della base custodisce ancora, tra l’altro, attrezzature come i filtri NBC, grandi motori marini, le vasche per l’acqua potabile e per quella che serviva al sistema di raffreddamento. Le intrusioni si sono verificate dall’entrata secondaria, dove i ladri hanno fatto saltare e sostituito il lucchetto originale con uno che si sono procurati loro. Sono entrati anche dall’uscita di sicurezza che si trova sulla sommità del Monte Moscal. Questo luogo potrebbe ospitare un museo interattivo della guerra fredda. Prima però si dovrebbe procedere alla formazione di un comitato scientifico e a uno studio di fattibilità».
Tre settimane fa una delegazione del Comune di Affi guidata dal sindaco Roberto Bonometti si è incontrata a Roma con il generale di divisione aerea Alberto Rosso vice capo di gabinetto del ministro della Difesa per discutere sulla possibilità di acquisizione del bunker ora sotto la responsabilità del demanio militare. La soluzione prospettata è il passaggio di mano di West Star dal demanio militare a quello civile. A quel punto il Comune di Affi potrebbe richiederne l’acquisizione senza oneri di spesa, in base alle normative, recentemente approvate, sul «federalismo demaniale», che consentono alle amministrazioni pubbliche di richiedere aree demaniali a costo zero.
Luca Belligoli" [17]
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[18] Publikationen - Bunker "West Star" - 22.04.2016Thema - Un documentario di un’ora del regista Quattrina sulla storia dell’ex base Nato di Affi
Autor - Annamaria Schiano
Quelle - ReportGarda.com
URL - Artikel ReportGarda vom 22.04.2016
"Un documentario di un’ora del regista Quattrina sulla storia dell’ex base Nato di Affi
West Star: polvere di una stella”, è il documentario storico in fase di lavorazione del regista Mauro Vittorio Quattrina. Racconta la vita sotterranea di “Stella d’Occidente” e di come, ormai, sia stata “sepolta” sotto la polvere. Il filmato sarà terminato entro l’anno, uscirà per gennaio 2017 ed avrà la durata di oltre un’ora. Materiale storico raccolto in 15 ore di riprese interne effettuate in 6-7 visite al sito negli anni scorsi.
Un vero e proprio documento storico di questa struttura costruita in tempo di Guerra fredda, ma che la guerra di oggi dell’Isis all’Occidente potrebbe anche riportare in vita. Lo pensa anche Quattrina: “E’ veramente il caso di chiuderla con tutto quello che sta succedendo?”, dice. Del resto si tratta di un sito di difesa in caso di attacco nucleare, anche se di passata concezione, e le minacce più recenti aprono nuovi scenari mondiali.
“Il documentario raccoglie le testimonianza di tante persone che vi hanno lavorato – annuncia il regista – portando soprattutto l’esperienza umana di chi ha vissuto all’interno”. Uomini e donne che vi hanno trascorso anche 25 giorni di seguito senza mai vedere la luce, che raccontano di temporali con tuoni che sentivano da dentro e che rimbombavano come bombe. Ci sono aneddoti anche di comandanti che gettavano la colazione a terra, perché non era fatta all’americana, come altri aspetti di vita quotidiana: il senso del tempo che non passava mai, il rumore delle macchine che andavano 24 ore, l’ordine di parlare sempre sotto voce. Ci sono ancora maschere che sembrano antigas, ma che in realtà erano antipolvere, poiché in caso di crollo, tutta la polvere del cemento del bunker si sarebbe sparsa ovunque”.
Le interviste inserite nel documentario sono tante, volte a descrivere anche i tormenti che si provavano in quel periodo ad alta tensione mondiale. “C’erano dei sensori che in caso di scoppio di una bomba atomica, ne riconoscevano il tipo di luce e facevano scattare la chiusura ermetica delle porte blindate. Verona, del resto, aveva puntate delle bombe atomiche, lo hanno rivelato i Russi, essendo una delle città più militarizzate”. Su quel sito militare ultra segreto, nei decenni passati, si sono diffuse tante leggende metropolitane, in primis quella che la sommità del monte si sarebbe potuta aprire per il lancio di missili nucleari. “Un ufficiale ci ha raccontato – conferma Quattrina – che si divertiva ad entrare nei bar del paese e per far colpo sulle ragazze o sulla gente, dicendo, appunto, che sotto il Moscal c’erano i missili pronti ad essere lanciati, ma era una grossa balla, come si è risaputo poi”.
“Giravano voci anche che ci fossero gli Ufo all’interno, quelli non mancano mai – commenta sarcastico il regista -. Resta, comunque, uno dei siti più suggestivi e storici del Nord Italia per la guerra fredda: sul lago di Garda c’è anche la galleria a Torbole dove si trovava la fabbrica per la costruzione delle armi segrete di Hitler”. Due particolari hanno colpito Quattrina all’interno dell’ex base Nato: la cassaforte blindata dove ci poteva essere la busta con l’ordine per un attacco atomico e la parete della sala mensa, dove appeso è rimasto un piccolo crocefisso (vedi foto). Forse, le tante preghiere, anche quelle militari, hanno fermato la mano dell’uomo dallo schiacciare quel pulsante rosso che avrebbe distrutto il mondo.
Annamaria Schiano" [18]
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[189 Publikationen - Bunker "West Star" - 01.12.2016
Thema - L’ex base Nato diventa proprietà del Comune
Autor - Luca BelligoliQuelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 01.12.2016
"L’ex base Nato diventa proprietà del Comune
West Star il più grande bunker antiatomico d’Europa, scavato nelle viscere del Monte Moscal, diventerà di proprietà, a costo zero, del Comune di Affi.L’approvazione della presa in carico dell’ex base Nato West Star a titolo gratuito mediante il nFederalismo demaniale è infatti tra gli argomenti che saranno discussi nel prossimo consiglio comunale in programma lunedì prossimo alle 20.30.
West Star, è una struttura di 13 mila metri quadrati suddivisa in 110 stanze, tre ingressi e gallerie d’accesso. Nel 2010 la Regione Veneto stipulò una convenzione con il ministero della Difesa per un progetto di valorizzazione turistica del rifugio antiatomico, con uno stanziamento di 100 mila euro per 3 anni fino al 2012.
Fino al 2013 il sito era frequentato da dipendenti del ministero della Difesa addetti ai controlli.
Poi fu abbandonata del tutto e, a causa delle incursioni dei vandali, lo Stato maggiore dell’esercito non rilasciò più autorizzazioni per visite.
Nel 2015 l’Agenzia del demanio del Veneto avrebbe dovuto esprimersi se ci fossero stati elementi ostativi alla cessione del bunker in favore del Comune di Affi che ne ha chiesto l’acquisizione senza oneri di spesa, in base alle normative, sul «federalismo demaniale», che consentono alle amministrazioni pubbliche di richiedere aree demaniali a costo zero.
Da qualche anno l’ex base Nato è entrata nel mirino di ladri e vandali che hanno portato via tutto quello che era asportabile.
Buona parte della struttura, quella protetta dalle porte blindate, però è in ottime condizioni, come spiega Mauro Vittorio Quattrina regista, documentarista, consulente storico per fiction e film di guerra, che la realtà dell’ex base militare di Affi la conosce bene perché in questo luogo ha girato il documentario «West Star, polvere di una stella». «Il cuore della base custodisce ancora, tra l’altro, attrezzature come i filtri Nbc, grandi motori marini, le vasche per l’acqua potabile e per quella che serviva al sistema di raffreddamento», dice. Le intrusioni si sono verificate dall’entrata secondaria, dove i ladri hanno fatto saltare e sostituito il lucchetto originale con uno che si sono procurati loro. Sono entrati anche dall’uscita di sicurezza che si trova sulla sommità del Monte Moscal.
A marzo il sindaco Roberto Bonometti si è incontrato a Roma con il generale di divisione aerea Alberto Rosso vice capo di gabinetto del ministro della Difesa per discutere della possibilità dell’acquisizione da parte del Comune di Affi del bunker che allora era sotto la responsabilità e la gestione del demanio militare e che poi è passato a quello civile. «In quell’occasione ci è stato suggerito di inoltrare una nuova richiesta non appena l’agenzia del Demanio avesse pubblicato sul suo sito istituzionale le relative modalità di acquisizione», ha spiegato il sindaco Bonometti, «senza attendere l’eventuale pubblicazione di un nuovo elenco di infrastrutture militari cedibili alla pubblica amministrazione. E così abbiamo fatto proprio per accorciare i tempi di concessione di West Star». Durante il consiglio comunale di lunedì si discuterà anche di nuove e urgenti opere per la depurazione del lago di Garda.
Luca Belligoli" [19]
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[20] Publikationen - Bunker "West Star" - 07.12.2016
Thema - Ex base, battaglia in Consiglio «È folle acquisire West Star»
Autor - Luca Belligoli
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 07.12.2016
"Ex base, battaglia in Consiglio «È folle acquisire West Star»
Maggioranza e opposizione si sono date battaglia, in consiglio comunale, sull’acquisizione dell’ex base militare Nato West Star, nome in codice «Stella dell’occidente».«Finalmente possiamo dare il via libera all’ex base militare del Monte Moscal», ha detto il sindaco Roberto Bonometti prima di mettere ai voti l’approvazione di presa in carico, a titolo gratuito, con la normativa del federalismo demaniale, dell’ex base Nato West Star. «Ringrazio chi ci ha aiutato ad arrivare a questo traguardo avendo l’opportunità di avere una struttura del genere a titolo gratuito», ha continuato il primo cittadino, «grazie quindi al generale Gerardino De Meo (l’ultimo comandante della base West Star, ndr) e alle amministrazioni che ci hanno preceduto. Questa acquisizione è importante.
Non solo per Affi ma anche per tutto il territorio circostante. Ora dobbiamo agire con prudenza e non fare passi avventati. Si dovrà dare corso ad un’indagine conoscitiva e a uno studio di fattibilità. L’obiettivo comunque è rendere fruibile quest’opera militare che si sviluppa su quindicimila metri quadrati.
«Ora», ha continuato, «inizia l’iter burocratico per l’acquisizione definitiva che si concluderà probabilmente a marzo. Ci siamo mossi per avere l’ex base anche per evitare che se ne impossessino privati che potrebbero metterci dentro materiali pericolosi come rifiuti radioattivi».
«Recentemente abbiamo visitato l’ex base militare di Soratte in provincia di Roma, un grande bunker scavato nella montagna, ora visitabile e diventato un’attrazione turistica», ha spiegato l’assessore Gianmarco Sacchiero- In un anno è stato visitato da 18mila persone. Ciò ha creato un interessante indotto economico in quella zona».
«Per quanto ci riguarda comunque», ha detto, «staremo molto attenti ai costi di questa operazione. Cercheremo anche degli sponsor per non far pesare le spese di bonifica e riconversione di questa struttura sulle tasche dei residenti. Se i costi fossero troppo onerosi potremmo anche rinunciare». Di tutt’altra opinione i consiglieri di opposizione Giuseppe Delibori, Moreno Cremonini e Monica Burato. «È pura follia acquisire un sito di queste proporzioni, di cui i cittadini di Affi a nostro parere non hanno necessità», ha tuonato Burato. «Le spese di intervento e gestione potrebbero incidere in modo pesante sui bilanci comunali e questo per avere quale tipo di ritorno e in quanti anni? Riteniamo che questo investimento sia totalmente sbagliato, inutile, frutto di puro esibizionismo di questa amministrazione specialmente nella persona del sindaco e anche degli assessori. Si dovrebbero invece destinare risorse a progetti più urgenti come la messa in sicurezza della scuola elementare. Queste sono le priorità da rispettare come richiesto dai cittadini. Abbiamo constatato, oltre a incognite e punti oscuri della delibera, gravi mancanze nella documentazione che ci è stata fornita.
Manca la planimetria dell’immobile per conoscere volumi e proporzioni interne ed esterne. Manca un preventivo dei costi delle pratiche catastali e di trasferimento al Comune dell’immobile. Manca un preventivo dell’entità delle bonifiche da effettuare e di quale tipo di materiale sono da smaltire. Manca il progetto d’uso da attuare entro tre anni, presentato con l’istanza di acquisizione, pena il ritorno dell’immobile allo stato. Nel documento dell’Agenzia del demanio manca la data e il numero di protocollo, dati essenziali per l’autenticità del documento. Con queste motivazioni», ha concluso Burato, «chiediamo il ritiro di questa proposta di delibera». Il provvedimento è stato approvato, con l’immediata eseguibilità, con i voti della maggioranza. Contrari i consiglieri del gruppo Lega Nord-Lista mani pulite per Affi Burato, Cremonini e Delibori.
Luca Belligoli " [20]
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[21] Publikationen - Bunker "West Star" - 25.03.2017Thema - West Star, ultimi passi verso l’acquisizione
Autor - Luca Belligoli
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 25.03.2017
"West Star, ultimi passi verso l’acquisizione
Tutto pronto per l’accatastamento dell’ex base nato West Star, stella dell’occidente: si tratta dell’ultimo passaggio burocratico prima della concreta presa in carico di questa struttura da parte del comune di Affi che l’ha acquisita a titolo gratuito sfruttando la normativa del federalismo demaniale. L’immobile, costituito da un sistema di tunnel scavati nel Monte Moscal e da alcune costruzioni esterne, non è identificato dal punto di vista catastale. È necessario provvedere al suo accatastamento per definire la reale composizione del bene che sta per essere acquisito dal Comune. Il bunker si sviluppa su una superficie di 15mila metri quadrati, la base ha 110 stanze, tre ingressi e gallerie d’accesso.«Questa acquisizione è importante. Non solo per Affi ma anche per tutta la zona», spiega il sindaco Roberto Bonometti. «Ora dobbiamo agire con prudenza: servono un’ indagine conoscitiva e uno studio di fattibilità. Ci siamo mossi per avere l’ex base anche per evitare che se ne impossessino privati che potrebbero metterci dentro materiali pericolosi, rifiuti radioattivi. Nel frattempo stiamo procedendo a sopralluoghi tecnici per verificare la sicurezza dei luoghi e se si debba procedere a lavori di bonifica».
«Abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse sia da parte di associazioni che si sono offerte di gestire le visite alla struttura, sia di persone che dicono di avere progetti per l’utilizzo di questi spazi»; prosegue il sindaco, «e anche di aziende che sarebbero interessate a utilizzare una parte del bunker per alloggiarvi i loro server e banche dati. Senza la collaborazione di soggetti esterni il comune non può farsi carico da solo della gestione di un sito del genere».
Le spese per l’eventuale bonifica e riconversione della base sarebbero troppo onerose. Sindaco, assessori e consiglieri, per documentarsi, sono andati all’ex base militare di Soratte in provincia di Roma, un grande bunker scavato nella montagna, ora attrazione turistica. In un anno questo sito è stato visitato da 18 mila persone e si è creato un interessante indotto economico.
Ed è quello che si spera di creare anche ad Affi. Fino al 2013 la base militare era frequentata da dipendenti del ministero della Difesa addetti ai controlli. Poi fu abbandonata del tutto e, a causa delle incursioni dei vandali, lo Stato Maggiore dell’esercito non rilasciò più autorizzazioni per visite. Da qualche tempo l’ex base Nato è entrata nel mirino dei ladri, che hanno portato via tutto quello che era asportabile. Buona parte della struttura, protetta dalle porte blindate, rimane però in ottime condizioni, come ha spiegato Mauro Vittorio Quattrina, documentarista, che la realtà dell’ex base militare di Affi la conosce bene perché in questo luogo ha girato West Star, polvere di una stella. «Il cuore della base custodisce ancora attrezzature come i filtri Nbc, grandi motori marini, le vasche per l’acqua potabile e per quella del sistema di raffreddamento», conferma Quattrina, che aggiunge: «Le intrusioni si sono verificate dall’entrata secondaria, dove i ladri hanno fatto saltare e sostituito il lucchetto originale. Sono entrati anche dall’uscita di sicurezza che si trova sulla sommità del Monte Moscal». Luca Belligoli " [21]
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[22] Publikationen - Bunker "West Star" - 02.04.2017Thema - West Star, il bunker che doveva salvare la Ftase
Autor - F.V.
Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 02.04.2017
"West Star, il bunker che doveva salvare la Ftase
Di West Star, il bunker antiatomico costruito ad Affi nel cuore del Monte Moscal, si è parlato nella serata organizzata alla baita degli alpini di Lugagnano. L’ultimo comandante Nato della base, il generale Gerardino De Meo, ha spiegato come vi si viveva. La curiosità era tanta: sala piena e persone che, grazie alle finestre aperte, seguivano da fuori.Il bunker antiatomico di Affi è stato costruito nel periodo della Guerra Fredda, dopo la crisi di Cuba, che aveva portato il mondo sull’orlo di una guerra nucleare. È entrato in funzione nel 1966 per costituire, in caso di attacco del Patto di Varsavia, un riparo per il comando Ftase (Comando delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa), che avrebbe diretto da lì le operazioni dello scacchiere nordorientale italiano per conto della Nato. È stato progettato per resistere ad bombe atomiche più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki: una volta rilevato il pericolo, i sensori ottici e acustici avrebbero chiuso ermeticamente la struttura. Grazie a impianti molto sofisticati, i militari avrebbero potuto sopravvivere fino a qualche mese, salvandosi dalla contaminazione radioattiva. Il bunker poteva contenere almeno 400 persone. F.V." [22]
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[23] Publikationen - Bunker "West Star" - 28.04.2017
Thema -Ex base Nato Incontro sui segreti del bunker
Autor - L.B.Quelle - L'Arena di VeronaURL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 28.04.2017
"Ex base Nato Incontro sui segreti del bunker
Oggi alle 20.30, alla baita degli alpini, si terrà l’incontro dedicato all’ex base Nato West Star, il gigantesco bunker scavato nelle viscere del monte Moscal. Il titolo della serata, che avrà come relatore il generale di brigata Gerardino De Meo, ultimo comandante Nato di West Star, è «I segreti di West Star tra realtà e leggenda».Quello di Affi è il più grande bunker militare antiatomico d'Italia, e ha un gemello in Belgio. Per 41 anni, è stato usato come posto comando protetto, dotato di centro trasmissioni strategico.
L'ultima esercitazione militare si è svolta nel 2003. La struttura costruita dall'Alleanza atlantica, è stata consegnata il 6 luglio del 1966 al comando Ftase (Forze terrestri alleate Sud Europa). Scavata nella roccia sotto il Monte Moscal, per decenni è stata sede di esercitazioni congiunte di tutte le forze Nato terrestri, aeree e navali e non ha mai ospitato armi nucleari. Si sviluppa su una superficie coperta di quindicimila metri quadrati, suddivisa in 110 stanze, ha tre ingressi e gallerie d'accesso. In caso d’emergenza, avrebbe dovuto garantire la sopravvivenza di 400 persone per 15 giorni.
L'impianto doveva servire da sede in caso di attacco nucleare, chimico o batteriologico, per lo stato maggiore del comando operativo congiunto nello scacchiere nord-orientale italiano, che aveva sede a Verona. L.B." [23]
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[24] Publikationen - Bunker "West Star" - 03.05.2017
Thema - I segreti di West Star per centinaia di curiosi
Autor - L.B.Quelle - L'Arena di Verona
URL - Artikel der Zeitung L'Arena di Verona 03.05.2017
"I segreti di West Star per centinaia di curiosi
Si sono presentati in oltre duecento all’incontro «I segreti di West Star tra realtà e leggenda» organizzato dal gruppo alpini per il settantesimo anniversario di fondazione. Relatore è stato il generale di brigata Gerardino De Meo, ultimo comandante Nato di West Star. All’incontro ha partecipato anche il sindaco Roberto Bonometti, che ha spiegato che sono in corso le pratiche per l’accatastamento del bunker scavato nelle viscere del Monte Moscal: si tratta dell’ultimo atto burocratico prima della presa in carico di questa struttura da parte del Comune di Affi che l’ha acquisita, a titolo gratuito, con la normativa del federalismo demaniale.Il generale De Meo ha ricordato che l’ex base Nato è stata progettata tra il 1959 e il 1960 e costruita tra il 1960 e il 1966. «L’opera è stata consegnata l’8 luglio del 1966», ha ricordato, «ha tre ingressi ed è stata concepita per resistere a esplosioni nucleari fino a una potenza di 100 kilotoni. È stata una base di telecomunicazione, che conteneva impianti molto sofisticati in grado di collegarsi con tutto il mondo e in costante contatto con il Pentagono. West Star è il suo nome in codice, che significa stella d’occidente. Nome scelto perché concepita in piena guerra fredda, per contrapporla al concetto di stella rossa».
«Quando la base era operativa», ha proseguito De Meo, «il suo mantenimento costava un milione di euro l’anno. Solo di energia elettrica si spendevano ventimila euro al mese. Nel 1996 è iniziato lo smantellamento degli impianti di comunicazione. Nel 2004 all’interno di West Star si è svolta l’ultima esercitazione. Tra il 2006 il 2007 è stata smobilitata».
Il generale De Meo sta collaborando con il Comune che vuole utilizzare come risorsa turistica questo enorme struttura che si sviluppa su tre piani con una superficie coperta di 13mila metri quadrati, 110 stanze per 3.800 metri quadri. Il bunker in caso di attacco atomico avrebbe dovuto garantire la sopravvivenza di oltre 300 persone, appartenenti ai vertici Nato, anche per più di un mese. Una cittadella sotterranea dove si lavorava 24 ore su 24. Sia i militari che i civili che hanno operato a West Star erano tenuti a mantenere il massimo riserbo e a non rivelare quali fossero i loro compiti.
«All’interno di West Star, dove in questi giorni stiamo effettuando i sopralluoghi con l’Arpav e lo Spisal», ha continuato De Meo, «non c’erano missili o materiale radioattivo. Le uniche armi erano quelle in dotazione ai militari al alvoro. Il sistema di sorveglianza comprendeva una rete di telecamere. West Star è stato uno degli obiettivi del Patto di Varsavia. Dopo la caduta del muro di Berlino lo scenario è cambiato».
All’interno del centro trasmissioni veniva mantenuta una temperatura di 18 gradi. La cittadella sotterranea oltre agli uffici, sale controllo e trasmissioni comprendeva impianti di ventilazione e idraulici, con una riserva d’acqua di 400mila litri; sala mensa da 200 posti, bar, palestra, cinema, stanza fumatori, dormitori e tutto il necessario per far vivere centinaia di persone impossibilitate ad uscire all’aperto.
L’area dell’ex base militare conta anche 45mila metri quadrati di bosco.
«Abbiamo ricevuto varie manifestazioni di interesse: da guide, privati con diversi progetti, aziende che vi vorrebbero alloggiare server e banche dati», ha detto il sindaco Bonometti, «da solo il Comune non può farsi carico della gestione di un sito del genere».L.B." [24]